Come tutte le altre città italiane, la Firenze del tempo di Dante era dilaniata dalla contrapposizione tra due fazioni: i guelfi Bianchi e i guelfi Neri
I GUELFI BIANCHI & I GUELFI NERI
I Guelfi Bianchi, capeggiati dalla famiglia dei Cerchi, perseguivano l’indipendenza politica ed erano fautori di una politica di maggior autonomia nei confronti del pontefice, mentre i Neri, guidati dai Donati, erano strettamente legati al Papa per interessi economici e ne ammettevano il pieno controllo negli affari interni di Firenze.
Nel 1300 i Bianchi avevano il controllo di Firenze e, quando i Neri tentarono una sommossa, reagirono in modo altrettanto violento.
Dante, di parte bianca ma eletto alla carica pubblica del Priorato, suggerì, con imparzialità , un provvedimento di espulsione degli esponenti più facinorosi dell'una come dell'altra fazione.
La violenza della lotta politica a Firenze stava ormai divenendo preoccupante anche per le pressioni che venivano esercitate dall'esterno.
l papa Bonifacio VIII, infatti, sosteneva i tentativi dei Neri di prendere il controllo della città ed appoggiava apertamente Corso Donati, che gli era parso, in varie occasioni, disposto a seguire la sua politica. Il Papa potè così far entrare a Firenze il principe francese Carlo di Valois.
Con il sostegno di Carlo di Valois i Neri presero il sopravvento: gli esiliati rientrarono in città e la sottoposero ad un feroce saccheggio, quindi emanarono una serie di provvedimenti volti a consolidare il potere della propria fazione, fra cui le condanne all'esilio degli esponenti più in vista della parte bianca.
Infine i Neri ebbero quindi la vittoria, grazie all'aiuto del Papa che sconfisse i Bianchi. Dante fu costretto all'esilio e durante questo egli scrisse la Divina Commedia.
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Infine i Neri ebbero quindi la vittoria, grazie all'aiuto del Papa che sconfisse i Bianchi. Dante fu costretto all'esilio e durante questo egli scrisse la Divina Commedia.